Il Nebiolo

Il nebiolo è un vino rosso sincero dal sapore asciutto, pieno e morbido. Il bouquet è fragrante, con sentore di piccoli frutti di bosco maturi. Gradevole con i primi, ottimo con la gustosa zuppa gallurese, insuperabile per grigliate ed arrosti di carne, si accompagna volentieri a formaggi semi stagionati e salumi.
L’introduzione del nebiolo a Luras risale all’ottocento, secondo le testimonianze storiche è stato il generale La Marmora a portare con sé i vitigni del nebbiolo e a scegliere le colline luresi per la sua coltivazione. Il nebbiolo si ambientò perfettamente nel territorio lurese, e i luresi lo preferirono al punto di farne un simbolo di identità, riconoscendosi anche nel piccolo errore che ha trasformato l’originario nebbiolo in nebiolo, con una sola “b”!

2 thoughts on “Il Nebiolo

  1. Dalla mia modestissima conoscenza dei vini di produzione sarda,non ricordo di avere mai visto dei nebiolo o nebbiolo
    e perciò chiedo delucidazioni in merito,ha qualche parente in piemonte?,e con quale fenomeno strano può essere accaduta la trasformazione di dolcetto in nebbiolo o nebiolo?Sempre a causa della mia modesta conoscenza,so che il nebbiolo è un vitigno a bacca nera coltivato in particolar modo nelle zone di Langhe e Roero,mentre il dolcetto è,insieme al barbera,freisa e grignolino fra i più difusi nel Monferrato.Devo solo dedurre che per nostalgia , quella modesta produzione di dolcetto in terra sarda abbia potuto dare ADITO ad assimilare un dolcetto sardo a un Nebbiolo anche con una B in meno.Perdonate la mia curiosità e Vi ringrazio per il chiarimento.

    • Siamo grati, del Suo interesse per il nostro Nebiolo e per la visita al nostro sito. Le voglio far conoscere alcune informazioni riguardo ai Suoi dubbi.
      Nebiolo di Luras e le suo origini.
      Dai dati trasferitici dai nostri avi, si è sempre sentito parlare dell’orgoglio che avevano i “LURESI” nel decantare che il Nebiolo prodotto sul territorio lurese fosse importato dal Generale LA MARMORA, al soldo dei Savoia, e che nel visitare la Sardegna da Sud verso Nord per studiarne il territorio, la gente, l’economia, per conoscere usi e costumi nonché i prodotti di questa generosa Regione, portasse con se, fra le altre tipicità del Piemonte, dei vitigni del Nebbiolo (tipico di questo territorio), per esaminare eventuali affinità tra le due Regioni.
      Arrivato in Gallura, estasiato dalle bellezze di questo circondario ed affascinato dalla organizzazione economica e sociale degli “stazzi”, che furono oggetto di successivi studi economici, intuì che questo territorio collinare, granitico-argilloso, i cui crinali si ergono fra i 400 – 500 mt. S.l.m. avessero le caratteristiche peculiari più proprie per la coltivazione del Nebiolo.
      I venti, la nebbia ed il sole completavano questo habitat così favorevole.
      Il Generale individuò in Luras e nel suo territorio l’epicentro del suo progetto e proprio qui e solo qui il Nebiolo venne ospitato.
      Trovò il sito subito famigliare e così coccolato e ben cresciuto dai luresi, allargò i suoi originari confini, stabilendo a Luras la sua seconda patria.
      I Luresi sono fieri del loro vitigno, dell’uva e soprattutto del vino:
      – uno splendido rosso dai riflessi rubino-granato, morbido, caldo, austero che pare riflettere il carattere stesso dei luresi, i quali dall’origine credono di commettere un errore, scrivendolo con una “ B “.
      Ma dai dati della relazione, presentata al NEBBILO GRAPES 2006 ad ALBA (CN), dalla Dott.ssa MAINARDI storica del vini, la quale ha affermato con documenti storici che già dal 1200 nebiolo era scritto con una “B”, nonché dal Barolista CAPPELLANO, il quale firma il suo Nebbiolo con una “ B “, anche noi luresi possiamo ricrederci che il nostro non è stato l’innocente errore che fino ad ora credevamo essere.
      Ma così è stato e così è ancora oggi, “l’errore” stesso era stato accettato e omologato e oggi il “NEBIOLO DI LURAS” è un vino famoso e conosciuto nel mondo, stupendo per chiunque gli si accosti, non ultimi i Piemontesi stessi che lo hanno catalogato come un ottimo Nebbiolo.
      Luras ha un’estensione coltivata a vitigno Nebiolo di circa 50 ettari, con la classica coltivazione ad alberello, con vigneti ultra centenari.
      Il Nebiolo è, dunque, nel DNA del lurese che lo ha fatto suo sin dai tempi lontani. E non è che a Luras mancassero i vitigni, da quelli meno conosciuti sino ai più famosi come il Vermentino e il Moscato.
      Ma è soprattutto nel Nebiolo che il lurese si riconosce, è il vino più affine ai piatti più tipici della sua celebrata cucina, versatile nello impiego, sa essere aperitivo, tutto pasto, silenzioso compagno dei nostri pensieri più profondi.
      Queste caratteristiche sono state apprezzate da tutti coloro che hanno avuto l’occasione di conoscerlo ed amarlo.
      Aggiungo ancora, che recenti studi eseguiti dall’Università di Agraria di Sassari, hanno riconosciuto le carateristiche, del nostro nebiolo, molto particolari e affini ad altri già noti in Italia.
      Pertanto, circa le Sue perplessità, saremo ben lieti di ospitarLa nel nostro territorio, in particolare a Luras, ove avrà modo di visitare, degustare e analizzare il nostro Nebiolo direttamente sul vigneto e sul bicchiere, in modo che Lei possa giudicare di persona quello che vedrà con i suoi occhi.
      La saluto cordialmente da parte mia e di tutta la Confraternita del Nebiolo di Luras
      Il Presidente pro-tempore
      Gian Giuseppe CABRAS

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